Coriandoli, Stelle filanti e Fuochi d'Artificio
La bellezza effimera delle esplosioni di colore

Cari lettori,
Bentornati e buon inizio settimana!
Questa doveva essere una newsletter tristona sulla tragedia e l’estasi nei quadri di Mark Rothko, ma i coriandoli che in questi giorni hanno colorato i marciapiedi di Milano e di tutta Italia per il Carnevale mi hanno fatto ricordare il vero scopo di questa newsletter: condividere con voi la bellezza, sì, ma insieme anche un po’ di gioia di stare al mondo.
Ed eccoci qui a riflettere su questi piccoli pezzetti di carta colorata, che hanno il potere di riportaci alla nostra infanzia, e che, lanciati tutti insieme e in grandi quantità, sprigionano un senso di infinita meraviglia in adulti e bambini, ed ispirano gli artisti di tutto il mondo e di diverse generazioni.

L’insospettabile storia made in Italy dei coriandoli
Pensate un po’ che la parola coriandolo deriva proprio dalla pianta del coriandolo (Coriandrum sativum) - curiosità: coriandrum è una parola latina citata da Plinio nel Naturalis Historia, che ha le sue radici nella parola greca corys o korios (cimice) seguita dal suffisso -ander (somigliante), in riferimento alla supposta somiglianza dell'odore emanato dai frutti acerbi o sfregando le foglie. -
Qual è il nesso tra i nostri coriandoli e la pianta? A quanto pare in epoca rinascimentale ai matrimoni o durante il carnevale si usava lanciare e consumare dei confetti composti dai semi di coriandolo ricoperti di zucchero. Per questo motivo nella maggior parte delle lingue (fra cui inglese, tedesco, francese e spagnolo) i “coriandoli” si chiamano “confetti”.
A rivendicare l'invenzione dei coriandoli di carta che conosciamo oggi sono ben 2 italiani: l'ingegnere Enrico Mangili di Crescenzago, che attorno al 1875 ebbe l'idea di commercializzare come coriandoli i cerchi di carta di scarto degli allevamenti dei bachi da seta, e l’ingegnere Ettore Fenderl di Trieste, che per festeggiare il Carnevale del 1876 avrebbe ritagliato dei triangolini di carta in quanto non aveva il denaro per comprare i confetti di gesso allora in uso, e li lanciò dalla sua casa in Piazza della Borsa.
I famosi coriandoli di Times Square
In epoca recente, i coriandoli più famosi sono quelli di Treb Heining, “artista di palloncini”, inventore della bufera di coriandoli del Capodanno di Times Square, a cui LimeLight, serie di documentari ben fatti sugli abitanti di New York, ha dedicato un breve documentario di 12 minuti.
Quando l'orologio segna la mezzanotte del nuovo anno, Heining con l’aiuto di 100 volontari disperde a mano una tonnellata e mezzo di coriandoli dai tetti di Time Square, creando un effetto magico che rende il Capodanno a New York ancora più memorabile. I coriandoli sono realizzati al 100% con materiale riciclato e sono biodegradabili.
Le stelle filanti di Siracusa
Tornando in Italia, altrettanto scenografica è la festa del patrono San Paolo a Palazzolo Acreide, vicino a Siracusa, in Sicilia, che si festeggia tra il 27 e il 29 giugno. Durante la Sciuta, ovvero l'uscita della statua di San Paolo dalla chiesa, avviene un’esplosione di colori, grazie ad una pioggia di strisce di carta colorate (nzareddi) accompagnate da fuochi pirotecnici. Vedere per credere:
Cai Guo-Qiang, l’artista che dipinge nel cielo con i fuochi d’artificio
Parlando di esplosioni colorate non si può non parlare di Cai Guo-Qiang, artista contemporaneo cinese di cui sicuramente domani non ricorderete il nome ma le cui opere sono indimenticabili. È noto soprattutto per le sue spettacolari performance con i fuochi d’artificio e per le opere pittoriche realizzate con la polvere da sparo, un materiale dalla natura sia creativa che distruttiva.
Il cielo è la sua tela, e l’esplosione è l’espressione del suo lavoro e della sua filosofia. L’artista è affascinato dall’esplosione stessa: è un momento che unisce tempo e spazio. Le fotografie e le riprese video delle sue performance permettono di fermare per sempre il mondo dell’invisibile e dell’effimero.
Cai Guo-Qiang – Elegy: Explosion Event, Shanghai, Cina, 2014
Cai Guo-Qiang – When The Sky Blooms with Sakura, Iwaki, Fukushima, Giappone, 2023
Nel 2023 Cai Guo-Qiang ha realizzato un’opera commemorativa in ricordo delle vittime del terremoto e dell’incidente nucleare di Fukushima, in Giappone, commissionata da Saint Laurent. La suggestiva coreografia ha dapprima evocato dei crisantemi bianchi, poi onde nere associate allo tsunami, seguite da una monumentale lapide verticale in ricordo delle vite perdute, fino alla sorprendente sequenza conclusiva, in cui il cielo si è tinto di rosa. Una metafora visiva dello sbocciare dei fiori di ciliegio, che nella cultura giapponese assumono un significato di rinascita. Come ha dichiarato lo stesso artista, l’opera ha voluto trascendere la tragedia di un tempo per trasformarsi in una riflessione più ampia sull’attuale rapporto fra l’umanità e la natura, nonché sulla resilienza di fronte alle recenti avversità globali – in primis, la pandemia – e alle sfide ambientali, socioculturali ed economiche che tuttora minacciano il nostro destino, per veicolare però un messaggio positivo di speranza.
Cai Guo-Qiang – City of Flowers in the Sky, Firenze, 2018
La performance pirotecnica City of Flowers in the Sky, in occasione della mostra Flora Commedia agli Uffizi del 2018, si ispira alla Primavera di Botticelli.
Cai Guo-Qiang – Sky Ladder, Huiyu Island Harbour, Quanzhou, Cina, 2015
Come raccontato nello splendido documentario di Netflix (vi consiglio vivamente di recuperarlo) La scala celeste - L’arte di Cai Guo-Qiang, Sky Ladder è probabilmente una delle opere contemporanee più ambiziose ed emozionanti mai realizzate.
L’opera consiste in una “scala di fuoco” di 500 metri, creata attraverso l'accensione di una serie di razzi posti su una struttura verticale, che bruciano in sequenza per creare l'effetto di una scala luminosa, tenuta in aria da un pallone aerostatico.
Sky Ladder è l’opera che meglio rappresenta la ricerca di Cai Guo-Qiang: connettere la terra con il cielo, evocando un senso di verticalità e di aspirazione verso l'alto. La scala simboleggia il desiderio umano di superare i limiti terreni e raggiungere l’imponderabile, suggerendo una dimensione spirituale e invitando gli spettatori a riflettere sugli aspetti metafisici dell'esistenza umana.
Anche se dura solo per pochi istanti, l'installazione lascia un'impressione duratura agli spettatori, stimolando riflessioni sulla transitorietà della vita umana e la fugacità dell'esperienza artistica.
Potpourri: mettere insieme in una stanza i più grandi musicisti americani degli anni ‘80 e tirarne fuori un brano come We Are The World non è semplice come sembra
A proposito di documentari Netflix che ti migliorano la giornata, l’altra sera ho visto We are the World - La notte che ha cambiato il pop, un piacevole documentario che con la partecipazione di Lionel Richie racconta come è nata l’idea di mettere insieme tutti i più grandi artisti del tempo - da Michael Jackson a Stevie Wonder, da Bruce Springsteen a Bob Dylan - per dare vita ad un brano che ha fatto la storia e, grazie alla raccolta fondi, ha effettivamente salvato vite.
Come scoprirete, mettere insieme così tanti artisti, 45 per l’esattezza, ognuno con la propria personalità e il proprio modo di fare musica, e con una sola notte di tempo a disposizione, è un’impresa incredibilmente ardua. Ma il risultato è una bomba.
In conclusione, spero abbiate apprezzato questo numero decisamente più light ed “esplosivo”, che raccoglie tre modi alternativi di creare delle “bufere” di colore: l’omino dei coriandoli di Times Square, le stelle filanti di San Paolo a Siracusa e i giochi pirotecnici dell’artista cinese Cai Guo-Qiang.
Alla prossima newsletter, forse meno esplosiva ma sempre piena di meraviglie!
Bella anche questa! Ma dove li trovi?!