Illusioni di carta: la realtà virtuale prima dei computer
Giochi ottici, dipinti semoventi e altre magie d'epoca

Care lettrici e cari lettori,
Buon anno! - arrivo sempre tardi - spero abbiate trascorso un “sireno” Natale :)
Nonostante abbia fatto conoscenza con tre forme influenzali diverse in tre settimane, il periodo natalizio mi ha completamente riassestata - complici 5 giorni di sci sulle Dolomiti - e torno da voi con rinnovato entusiasmo, idee e voglia di raccontare.
Mettiladap.arte compie un anno!
Visto che uno dei leitmotiv* di questa newsletter è soffermarsi sulle cose passate per poter osservare meglio il presente e progettare più consapevolmente il futuro, vorrei prendere un piccolo spazio per guardarci indietro prima di guardare avanti.
*termine che designa, con riferimento alle composizioni di Wagner, ognuno dei temi musicali che ricompaiono di atto in atto, intrecciandosi l'uno con l'altro più o meno variati
Questa newsletter nel 2024 ha significato moltissimo per me, e grazie a questo spazio e grazie a voi che mi leggete, ho imparato moltissime cose. Tra tutte, ho imparato ad ascoltare la mia voce, per esempio. Ricevere tanti feedback positivi mi ha permesso di credere sempre di più me stessa e in questo progetto, e scambiare con voi pensieri, storie e opinioni mi ha stimolato a continuare ad alimentare il grande fuoco che arde sotto questo metaforico paiolo di idee, immagini, curiosità e cose belle dal mondo. Quindi, grazie 💛
I numeri più letti del 2024
Ho pensato potesse interessarvi scoprire la “top 5” dei numeri più apprezzati di Mettiladap.arte, se siete nuovi qui probabilmente vi sono sfuggiti, per questo vi riporto qui i link nel caso voleste recuperarle (sono in ordine di uscita).
La top 5 del 2024 di Mettiladap.arte:
Qualcuno di voi mi chiedeva dove trovo le idee per le newsletter, e se mi sono mai trovata a corto. La risposta è che no, le idee fioccano di continuo, il problema è l’ispirazione. Ho idee per coprire tutto l’anno, ma se non sono ispirata sarà molto difficile che le sviluppi. Spesso capita che passi un anno o due prima che arrivi l’ispirazione, magari mi mancano dei tasselli, oppure vedo delle cose che mi fanno tornare sull’idea. I tempi di maturazione dei numeri di Mettiladap.arte vanno di pari passo con la sua filosofia: la lentezza come virtù.

Il collezionista di illusioni ottiche
Ci siamo, dopo aver sfogliato l’agenda dell’anno passato, possiamo chiuderla, riporla nella libreria e aprire l’agenda nuova, scrivere sulla prima pagina il nostro nome e iniziare a riempirla di appuntamenti, cose da fare e pezzi di carta da conservare.
Scrollando su Instagram - talvolta è come una miniera, ti risucchia l’anima e ogni tanto ti ricompensa con delle rarissime pepite d’oro - mi sono imbattuta in un contenuto decisamente fuori dall’ordinario: un mago professionista di Los Angeles che nel tempo libero colleziona “illusioni ottiche antiche”.
Così, grazie a questo mago con il pallino per l’antiquariato, ho scoperto il magico mondo dei tunnel books.
I tunnel books


I paper peepshow, anche detti tunnel books, sono delle piccole scenografie tascabili, uno strumento unico nel suo genere di “narrazione immersiva”. Ogni pagina del libro è composta da un cartoncino dipinto a mano e ritagliato con cura che, lasciando intravedere le pagine sottostanti, crea un’illusione di profondità e prospettiva. Quando vengono aperti questi libri hanno l’aspetto di una fisarmonica. Lo spettatore può guardare all’interno attraverso un piccolo foro e scoprire così una minuscola scena tridimensionale. Questi “libri magici” venivano spesso prodotti come souvenir, a commemorare eventi storici come le esposizioni universali o le incoronazioni.
Il funzionamento di questi libri si vede molto bene nei video del mago collezionista:
La maggior parte di quelli mostrati nei video del mago sono stati realizzati tra 1700 e 1800, e sono realizzati completamente a mano. Stupisce la qualità e la precisione dei dettagli: nel video compaiono una veduta di Parigi realizzata in Germania all'inizio del 1800 e una veduta dell’ esposizione universale di Londra del 1851 all’interno del Crystal Palace.
Allie Alvis, collezionista di libri e storica, condivide un esempio di tunnel book del 1830 ambientato ai Jardin des Tuileries di Parigi, offrendoci uno sguardo unico sulla vita sociale dei parigini dell'epoca. Le tre aperture per sbirciare permettono di avere molteplici punti di vista.
I peephows di carta, come quello di Alvis, non sono altro che i successori tascabili dei peephows in legno o cartone. Come raccontato dal Victoria & Albert Museum, nel XVIII secolo era frequente imbattersi in ambulanti che “facevano pagare adulti e bambini per guardare dentro la scatola, commentando la scena rappresentata e dando vita ad essa.”

Fun fact: i paper peepshow vennero soprannominati tunnel books dopo la costruzione del tunnel sotto al Tamigi a Londra a metà del XIX secolo, proprio perchè questo evento storico venne abbondantemente celebrato e rappresentato da questi “libri magici”.

Diversi artisti moderni utilizzano ancora oggi questa forma d'arte. In effetti, i tunnel books non sono difficili da realizzare, e può essere divertente creare il proprio libro fai-da-te: il Victoria & Albert Museum di Londra ha anche creato un tutorial con template e istruzioni scaricabili.
Il Polyorama panoptique
Il mago di Los Angeles, oltre a collezionare tunnel books, ha anche una passione speciale per il polyorama panoptique, un altro oggetto misterioso in uso nell’Ottocento.
Il polyorama panoptique è un giocattolo ottico inventato verso la metà dell’Ottocento da Pierre Seguin ispirato al Diorama di Daguerre - ci arriviamo tra un attimo - di cui è la versione semplificata e in scala ridotta.
Il suo funzionamento è semplice: nella parte posteriore della scatola è possibile inserire delle cartoline e, guardando attraverso la lente posizionata sul fronte della scatola, si può osservare la scena illustrata nella cartolina regolando la luce aprendo e chiudendo uno sportellino. I colori dei panorami illustrati variano in base alla quantità e alla direzione della luce, trasformandosi completamente da giorno a notte.
Questo oggetto fu quasi rivoluzionario, perchè permise a chi non poteva intraprendere il grand tour, ovvero il viaggio in varie città europee che molti nobili e intellettuali facevano all’epoca, di poter viaggiare in Europa con l’immaginazione. Una sorta di realtà virtuale ante litteram.
Il mago-collezionista ne possiede diversi, e mostra la magia di questi oggetti sempre sul suo profilo Instagram:
Il diorama di Daguerre
Prima citavamo il diorama di Daguerre, invenzione da cui prende ispirazione il polyorama panoptique, e vale la pena approfondire anche questa particolare tecnica, a metà tra arte e scienza.
Se il nome di Daguerre non vi è nuovo è perchè Louis Jacques Mandé Daguerre (1787-1851), artista, chimico e fisico francese, è famoso per essere l’inventore del dagherrotipo, il primo procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini, che segnò l’inizio dell’era fotografica.

A proposito del dagherrotipo, vi riporto una citazione che ho trovato particolarmente poetica:
«Chi avrebbe creduto pochi mesi fa che la luce, essere penetrabile, intangibile, imponderabile, privo insomma di tutte le proprietà della materia, avrebbe assunto l'incarico del pittore disegnando propriamente di per se stessa, e colla più squisita maestria quelle eteree immagini ch'ella dianzi dipingeva sfuggevoli nella camera oscura e che l'arte si sforzava invano di arrestare? Eppure questo miracolo si è compiutamente operato fra le mani del nostro Dagherre» - Macedonio Melloni, Relazione intorno al dagherrotipo, 1839
Bello, il dagherrotipo.
Tuttavia, pochi ricordano che, prima dei suoi esperimenti, Daguerre fu anche l’inventore del diorama, una sorta di fondale dipinto su cui venivano proiettate luci e colori di intensità diverse per creare effetti scenici molto particolari.
Nel XIX secolo il dipinto panoramico era una forma d’arte molto popolare, e la gente faceva la fila per vedere questi enormi paesaggi o scene di battaglia come se fossero a teatro. Con il diorama, Daguerre fece di meglio, trasformando un dipinto in una scena di movimento. Utilizzando la riflessione e la rifrazione della luce mutevole, colori stratificati e tele semitrasparenti, alterava la luce reale sull'immagine, facendo sì che alcuni elementi della scena dipinta prendessero vita.
“Queste opere d'arte sembravano muoversi e cambiare in modo così realistico che a volte sono state definite performance di illusione realistica e sono state probabilmente i precursori del cinema e delle immagini in 3D”. - Melissa Abraham, Getty Foundation
Il diorama di Daguerre è ora spesso citato come un'influenza notevole nella pre-storia del cinema, Film Reference scrive:
"Il piacere visivo del diorama era strettamente legato all'illusione del passare del tempo e del movimento sullo schermo. I successivi diorami crearono l'illusione del movimento umano. Il diorama di Daguerre 'Una Messa di Mezzanotte a Saint-Étienne-du-Mont' rappresentava una chiesa vuota al tramonto; mentre la luce del giorno svaniva, venivano accese candele sul retro della chiesa e lentamente una congregazione appariva per riempire la chiesa in preparazione per la messa."
Nella chiesa di Saint Gervais-Saint Protais a Bry-sur-Marne, una città fuori Parigi dove l'artista visse gli ultimi anni della sua vita fino alla morte nel 1851, è conservato un raro esemplare di diorama, installato nel 1839. L'opera è stata dichiarata monumento storico nel 1913, ed è stata restaurata solo un secolo dopo nel 2007, dopo anni di abbandono e incuria. Oggi il diorama di Bry-sur-Marne è tornato al suo originale splendore ed è visibile al pubblico.


Il Cyclorama
Cercando immagini e informazioni su internet mi sono imbattuta in un altro marchingegno carino, che andava di gran moda alla fine del XIX secolo: il cyclorama.
Ispirati dallo sviluppo della fotografia e delle prime immagini animate, i produttori di giocattoli diedero libero sfogo alla creatività, e tra lanterne magiche, diorami, teatri d’ombre e altri giochi ottici, crearono un gioco di semplice realizzazione per l’intrattenimento domestico di adulti e bambini: il ciclorama era composto da una scatola di carta a forma di teatrino che conteneva un rullo di legno che, azionato manualmente, srotolava una sequenza di illustrazioni che raccontavano una storia.
Questi libri-scatole-teatrini - chiamatele come preferite, erano tra i giocattoli più spettacolari dell’epoca: illustravano scene magnifiche, spesso cromolitografate, ricche di dettagli, e davano l’illusione del cinema prima che questo divenisse popolare.

La tipica scatola di ciclorama dell'epoca aveva come soggetto viaggi esotici, fantastici o reali, sempre insoliti e decisamente al di fuori dell’esperienza della gente comune.
I Teatrini giocattolo
Dopo aver parlato di “scenografie in miniatura” non possiamo non citare un giocattolo che mi ha sempre affascinata moltissimo: i teatrini per bambini. Da piccola avevo un teatrino di legno in miniatura, con tanto di quinte per cambiare le scenografie e con le marionette, ed era uno dei miei giochi preferiti in assoluto.
Ho scoperto che i teatrini sono oggetti apprezzati da moltissime persone, qualcuno addirittura li colleziona, e a Londra, in particolare, c’è un luogo-simbolo che è impossibile non menzionare quando si parla di questo antico giocattolo: il Pollock’s Toy Museum, un negozio di gioattoli specializzato in teatrini di carta fondato nel 1860 (purtroppo da quanto ho appreso ha chiuso i battenti, speriamo non definitivamente).
Illusioni di carta oggi: due artiste da conoscere
La selezione di “illusioni di carta” per oggi finisce qui, ma prima di salutarci volevo lasciarvi un paio di ulteriori suggestioni un po’ più contemporanee, in particolare il lavoro di due artiste che ho trovato particolarmente calzante con il tema di oggi.
Clare Celeste
Clare Celeste lavora con migliaia di immagini di flora e fauna ritagliate a mano per creare installazioni immersive che evocano gli ecosistemi minacciati del nostro pianeta.
Colette Fu
Colette Fu idea composizioni complesse che incorporano la fotografia e l'ingegneria della carta pop-up. I suoi libri pop-up sono conservati in istituzioni prestigiose. Fu ha creato il libro pop-up più grande del mondo.
Ora abbiamo finito davvero!
Qui sotto troverete due nuove sezioni, che spero diventeranno sempre frequenti qui su Mettiladap.arte: la posta del cuore e i consigli di lettura/ascolto, in particolare oggi vi consiglio delle newsletter da seguire, visto che frequento Substack ormai da un po’ e potrebbe interessare anche a voi scoprire autori nuovi. Per quanto riguarda la “posta del cuore” se volete contribuire con le vostre “letterine” alle prossime newsletter per offrire nuovi spunti e ispirazioni siete super benvenuti :)
Grazie come sempre e buona settimana,
Elena
Posta del cuore 💛
Dopo il numero di novembre sui mezzi di trasporto, ho ricevuto due “letterine” che ho pensato fosse interessante condividere con voi, proprio perchè hanno preso ispirazione dall’argomento della newsletter per dare vita a nuove idee creative e momenti di condivisione. E’ stata una grande soddisfazione risvegliare la creatività dei miei amici ingegneri ☺️
Gianluca e Giulia e la passione per le turbine idroelettriche
Il tuo P.S. di questo post mi ha fatto venire in mente di condividerti questo collage fatto assieme a Giulia.
Essendo lei una vera nerd di turbine idroelettriche, mi sono accorto che i modelli Pelton e Kaplan ricordano dei fiori, oltre alla più lampante somiglianza tra la turbina Francis e una lumaca.
Ispirato da queste associazioni, le ho proposto di creare un prato fiorito, utilizzando anche le foto dei rispettivi inventori per dare volto ai classici insetti da giardino.
Premesso che adoro la tecnica del collage...ma è stata un'occasione di sperimentare/condividere creatività, inventiva, arte manuale, e tanta pazienza!
Gianluca
Francesco e la storia dell’inventore più dannoso della storia
Ti racconto la prima storia strana che mi è venuta in mente sui mezzi di trasporto.
Come forse ricordi, ancora quando eravamo bambini, alla pompa di benzina non si poteva scegliere solo tra diesel e benzina, bensì anche tra benzina rossa e benzina verde - una rapida ricerca su Wikipedia mi conferma che la prima è stata messa al bando nel 2001.
Ma perché avevamo due benzine? E perché la "rossa" è finita nel dimenticatoio?
A rendere "speciale" la benzina rossa, o benzina "con piombo" era la presenza di un additivo, il piombo tetraetile. Per rispondere brevemente alla seconda domanda, il piombo tetraetile è tossico (se ne erano accorti subito) e per fortuna negli anni '70 si è iniziato a decidere che aggiungerlo alla benzina che bruciamo e quindi nell'aria che respiriamo fosse una pessima idea.
Ma rimane il punto: perché mettevamo il piombo nella benzina?
Molto in breve, i motori a benzina hanno un problema. Nei cilindri la miscela di aria e benzina viene compressa prima di farla deflagrare, in maniera controllata, con una scintilla. Maggiore è la pressione raggiunta, maggiore è l'efficienza del motore.
Tuttavia, se si comprime troppo la benzina, si può avere una detonazione "spontanea" della miscela che può provocare danni al motore e ridurne l'efficienza - oltre che fare un sacco di rumore. Questo fenomeno viene anche detto del "battito in testa".
Pertanto, fin dagli albori della motoristica, uno dei principali problemi tecnici da risolvere è stato quello di trovare un modo per rendere la benzina più "resistente" alla detonazione spontanea.
La soluzione fu trovata nel 1921 dall'inventore americano Thomas Midgley Jr. Il buon Thomas, armato di coraggio e tanta pazienza, iniziò a testare a tappeto praticamente qualsiasi potenziale additivo gli capitasse a tiro. Testò centinaia di possibili miscele, fondamentalmente a casaccio, dal burro al cloruro d'alluminio, senza successo. Alcuni composti funzionavano, ma andavano dal non essere economicamente convenienti (il banale etanolo) al portare una puzza invereconda.
Poi, in un giorno di dicembre 1921, Thomas testò il piombo tetraetile. Fu un successo: poche gocce bastavano per rimuovere il problema del battito in testa. Inoltre era relativamente economico ma soprattutto brevettabile e quindi dava la possibilità di farci un mucchio di soldi.
E fu così che per un secolo praticamente tutte le automobili del pianeta hanno bruciato benzina al piombo, immettendolo nell'atmosfera. Prima del 1921, la concentrazione di piombo nell'atmosfera era pari a ZERO. Tutto il piombo che abbiamo nell'aria oggi, si deve all'invenzione del buon Thomas.
Bonus track: Thomas, più avanti nella sua carriera, ha anche inventato i CFC - Cloro Fluoro Carburi. Ovvero quei gas che abbiamo usato per decenni nei frigoriferi di tutto il mondo - per poi scoprire che hanno un impatto devastante sull'effetto serra, e che aprono il buco nell'ozono. Sono stati banditi con il protocollo di Montreal del 1987.
Insomma, si tratta probabilmente dell'inventore più dannoso nella storia umana.
Ti lascio qui un video un pò lunghetto e forse esagerato, ma mi pare fatto bene, sulla sua storia: https://digg.com/video/how-this-man-accidentally-killed-the-most-people-in-history
Francesco
Consigli di lettura 📚
Per quanto mi riguarda Substack - la piattaforma che ospita questa e altre migliaia di newsletter - sta diventando il social di cui c’era bisogno. Uno spazio dove autori indipendenti possono coltivare un proprio spazio per raccontare e raccontarsi, instaurare conversazioni, aprire dibattiti e confronti, sempre con educazione e attenzione. Seguo ormai da un annetto diverse newsletter che mi hanno permesso di scoprire cose nuove, allargare il mio campo visivo, trovare ispirazione.
Vi inserisco qua sotto le mie preferite, magari trovate delle pubblicazioni che ispirano anche voi.
Newsletter da scoprire:
Andrea ci guida nel mondo dei contenuti, delle piattaforme e dei creator
Francesco si rivolge a chi vuole capire come sta cambiando il nostro modo di informarci online
Cose che non mi avete chiesto di
Giulia raccoglie consigli di lettura, ascolto, visione, viaggio
Orecchiabile di
eChiara e Giacomo suggeriscono podcast e contenuti audio
Una goccia di
Priscilla riflette sui fenomeni piccoli e grandi che fanno parte della vita moderna da quando c’è internet
Pensierini di
Francesca condivide i suoi pensieri, e parla della sua vita, di lavoro, di sogni, dell’essere una mamma, una moglie, una figlia, una sorella, un’amica e, se avanza tempo, anche se stessa
Elena grazie mille per avermi citata! Mi iscrivo immediatamente alla tua newsletter che è stupenda!!!